Oftalmopatia tiroidea: esoftalmo e ipertiroidismo
In piena “Settimana mondiale della tiroide” ne approfittiamo per parlare di oftalmopatia tiroidea, una problematica oculare associata all’ipertiroidismo e, in particolare, al Morbo di Basedow.
La tiroide è una piccola ghiandola endocrina, la cui forma ricorda quella di una farfalla. Si trova nella porzione anteriore del collo, esattamente tra la laringe e la trachea. La sua funzione viene regolata dall’ipofisi mediante un ormone tireostimolante (TSH), che controlla l’attività secretiva di due ormoni tiroidei: FT3 (triiodotironina) e FT4 (tiroxina). Attraverso quest’ultimi la tiroide regola molte funzioni vitali del nostro organismo, pertanto dal suo stato di salute dipende il nostro benessere generale.
Quando si ha una produzione di ormoni tiroidei in difetto, ed un conseguente innalzamento dei valori di TSH, siamo in presenza di ipotiroidismo. Al contrario, nel momento in cui il rilascio ormonale è in eccesso e si verifica di conseguenza un abbassamento di TSH, parliamo di ipertiroidismo.
Se la tiroide non funziona correttamente, possono generarsi delle alterazioni che si ripercuotono anche sulla salute degli occhi. Per questa ragione nell’articolo di oggi vogliamo soffermarci sulla cosiddetta oftalmopatia tiroidea, una malattia legata ad una forma di ipertiroidismo autoimmune: il Morbo di Basedow.
Sintomi del Morbo di Basedow
I sintomi con cui può manifestarsi il Morbo di Basedow, oltre a valori alti di FT3 ed FT4 associati a valori bassi di TSH, sono:
- Ingrossamento della ghiandola tiroidea
- Tachicardia e palpitazioni
- Tremore
- Ansia
- Insonnia
- Astenia
- Labilità emotiva
- Intolleranza al caldo
- Difficoltà di concentrazione
- Aumento dell’appetito
- Perdita di peso
- Oligomenorrea. Talvolta il ciclo mestruale può essere irregolare e durare più dei normali 25-31 giorni
- Oftalmopatia tiroidea (o orbitopatia), ossia la manifestazione oculare che accompagna questa alterazione tiroidea, di cui parleremo nel paragrafo che segue
Oftalmopatia tiroidea: sintomatologia
Le alterazioni ormonali associate al Morbo di Basedow determinano il quadro clinico di una patologia oftalmologica oculare denominata appunto oftalmopatia tiroidea. Questa è caratterizzata da:
- Ipertrofia e iperplasia dei muscoli estrinseci dell’occhio
- Proliferazione del grasso e del tessuto connettivo orbitario
- Ritenzione di liquidi dovuto ad accumulo di mucopolisaccaridi sotto la cute palpebrale e l’orbicolare con infiltrazioni dei tessuti dietro il setto orbitario
Questi cambiamenti sono la causa delle alterazioni cliniche associate alla oftalmopatia tiroidea, che può presentarsi con:
- Esoftalmo, ossia la protrusione del bulbo oculare. È il sintomo caratteristico dell’oftalmopatia e di questa forma autoimmune di ipertiroidismo; è causato proprio dall’aumento di volume del contenuto dell’orbita, il quale spinge il bulbo in avanti. In genere è bilaterale, anche se spesso il grado di sporgenza è diverso nei due occhi
- Sguardo fisso, con “espressione spaventata”
- Retrazione palpebrale con chiusura incompleta delle palpebre. Talvolta questa condizione fa sembrare l’esoftalmo molto più pronunciato di quanto non lo sia
- Tremore palpebrale quando si socchiudono gli occhi
- Riduzione sia della frequenza che dell’ampiezza dell’ammiccamento
- Edema palpebrale
- Occhio secco
- Sensazione di corpo estraneo
- Lacrimazione eccessiva
- Chemosi (accumulo di liquido nella congiuntiva) e iperemia congiuntivale
- Alterazioni corneali, come ad esempio le cheratiti da lagoftalmo (chiusura incompleta delle palpebre), il quale può impedire che queste proteggano adeguatamente il bulbo oculare e, quindi, la cornea, creando delle piccole ferite a livello corneale
- Fotofobia (aumentata sensibilità alla luce)
- Visione doppia (diplopia) e/o sfocata
- Strabismo
- Aumento della pressione intraoculare
- Neuropatia ottica. Nei casi di esoftalmo elevato possono presentarsi segni di sofferenza del nervo ottico
Diagnosi
In caso di oftalmopatia tiroidea risulta indispensabile un lavoro di equipe endocrinologo-oftalmologo. Questo consente di trattare l’alterazione tiroidea a monte e monitorare l’esoftalmo e la sintomatologia che ne consegue.
Da un lato, quindi, l’endocrinologo si occuperà dell’adeguata terapia e monitoraggio del Morbo di Basedow, dall’altro l’oftalmologo effettuerà gli opportuni esami diagnostici del caso:
- Acuità visiva
- Valutazione della mobilità oculare
- Esoftalmometria. Per misurare la sporgenza del bulbo oculare in rapporto al bordo esterno dell’orbita viene usato l’esoftalmolmetro di Hertel. Nelle donne e nei bambini sono considerati valori normali quelli compresi tra i 10 ed i 16 mm, mentre negli uomini tra i 14 ed i 20 mm
- Esame con lampada a fessura
- Tonometria
- Oftalmoscopia, con speciale riguardo alla valutazione del nervo ottico
- Campimetria
- TAC per la valutazione del contenuto orbitario, con particolare attenzione ai muscoli estrinseci
Eventuali trattamenti, medici e/o chirurgici, dipendono quindi dalla valutazione dell’oftalmologo a seguito della visita e degli esami effettuati.
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